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Compagnia Raffaello Sanzio - "Il velo nero del pastore" - prova aperta

       
 
 
data e ora

venerdì 4 novembre · 21.00 - 22.30

   
luogo Teatro La Fenice
Via Cesare Battisti, 19
60019 Senigallia An
   
informazioni INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
335 1776042
info@fenicesenigallia.it
ingresso unico € 8,00

Socìetas Raffaello Sanzio

IL VELO NERO DEL PASTORE
Liberamente ispirato alla novella di Nathaniel Hawthorne
Di Romeo Castellucci
Musica di Scott Gibbons

Collaborazione alla drammaturgia: Piersandra Di Matteo
Direzione alla costruzione scenografica: Massimiliano Peyrone
Collaborazione al progetto scenografico: Giacomo Strada
Sculture di scena: Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso

Si ringrazia: Centrale Fies-Dro, Eric Vautrin, Scuola di Scenografia per il Melodramma di Cesena - Accademia di Belle Arti di Bologna, Comune di Senigallia – Assessorato alla Promozione dei Turismi e Eventi / Amat per aver ospitato l’ultima fase di prove dello spettacolo

L’attività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Regione Emilia Romagna; Comune di Cesena

 

"Il teatro che cerco e che pratico non è mai una lettura o un commento al pre-esistente. Cerco la completa presenza di un corpo denso e sostanziale, cerco delle linee di forza a partire da una fredda oggettività visiva che sottrae materia dalla realtà e dal tempo.
La figura del protagonista nella parabola di Hawthorne - il Pastore che sceglie di celare il proprio volto con un velo nero per tutta la vita – mi offre un’occasione per indagare l’antico rapporto tra la rappresentazione e la negazione dell’apparire che, dalla tragedia attica, sostiene ogni nostro rapporto con l’immagine.

Il racconto di Hawthorne si spinge fino al limite dell’abisso oltre il quale non c’è più nulla da dire, da vedere: solo lo schianto dodecafonico di un buco nero, in cui la materia si curva sotto il proprio peso e nega se stessa.

Se si potesse riassumere questo spettacolo in una frase si potrebbe dire che qui viene mostrata non la storia di un uomo, bensì quella di un pezzo di vetro oscuro, usato come specchio per riflettere e filtrare l’immagine dell’immagine.
Ogni rapporto illustrativo al testo di Hawthorne risulta vano, perchè assorbito nel collasso del significato programmato e disposto dallo scrittore stesso, che qui io voglio raccogliere come una specie di eredità."

 

 

 

 

 

 

 

   
   
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