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ingresso unico € 8,00
Socìetas Raffaello Sanzio
IL VELO NERO DEL PASTORE
Liberamente ispirato alla novella di Nathaniel Hawthorne
Di Romeo Castellucci
Musica di Scott Gibbons
Collaborazione alla drammaturgia: Piersandra Di Matteo
Direzione alla costruzione scenografica: Massimiliano Peyrone
Collaborazione al progetto scenografico: Giacomo Strada
Sculture di scena: Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso
Si ringrazia: Centrale Fies-Dro, Eric Vautrin, Scuola di Scenografia
per il Melodramma di Cesena - Accademia di Belle Arti di Bologna,
Comune di Senigallia – Assessorato alla Promozione dei
Turismi e Eventi / Amat per aver ospitato l’ultima fase
di prove dello spettacolo
L’attività generale della Socìetas Raffaello
Sanzio è sostenuta da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
Regione Emilia Romagna; Comune di Cesena
"Il teatro che cerco e che pratico non è mai una
lettura o un commento al pre-esistente. Cerco la completa presenza
di un corpo denso e sostanziale, cerco delle linee di forza
a partire da una fredda oggettività visiva che sottrae
materia dalla realtà e dal tempo.
La figura del protagonista nella parabola di Hawthorne - il
Pastore che sceglie di celare il proprio volto con un velo
nero per tutta la vita – mi offre un’occasione
per indagare l’antico rapporto tra la rappresentazione
e la negazione dell’apparire che, dalla tragedia attica,
sostiene ogni nostro rapporto con l’immagine.
Il racconto di Hawthorne si spinge fino al limite dell’abisso
oltre il quale non c’è più nulla da dire,
da vedere: solo lo schianto dodecafonico di un buco nero, in
cui la materia si curva sotto il proprio peso e nega se stessa.
Se si potesse riassumere questo spettacolo in una frase si
potrebbe dire che qui viene mostrata non la storia di un uomo,
bensì quella di un pezzo di vetro oscuro, usato come
specchio per riflettere e filtrare l’immagine dell’immagine.
Ogni rapporto illustrativo al testo di Hawthorne risulta vano,
perchè assorbito nel collasso del significato programmato
e disposto dallo scrittore stesso, che qui io voglio raccogliere
come una specie di eredità."
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