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Come nel film diretto da Bernardo Bertolucci, noi siamo i sognatori. Quelli, con alle spalle già altri tentativi, continuano a cercare di realizzare i propri sogni, ideali, forme di espressione, provando a fare nella vita qualcosa che ci rappresenti. Che tu sia artista, scrittore, musicista o semplicemente te stesso, non permettere alla merda che ti circonda di affossarti, creiamo TURBO dalla nostra esperienza e passione anche per questo, vogliamo essere vento radioattivo che spazza via tutto quello che copre il talento e l’arte e metterlo in luce.
Come Matthew (Michael Pitt in The Dreamers ndr), viviamo con la positività del ’68, anche se non eravamo nemmeno nati, con gli occhi curiosi e la mente aperta a tutto, parleremo di chi fa cultura con le proprie mani e forze.
Noi come tanti non vogliamo andarcene nè dalla città Eterna nè dall’Italia per sentirci liberi o valorizzati, cambiamo le cose, insieme, ora! Senza nasconderci a testa alta, siamo qui per creare un movimento di giovani e meno giovani che vogliono uno spazio veramente libero e completamente aperto in cui poter essere apprezzati.
Il nostro logo, come avete visto, è una lumaca la cui saggia lentezza ci ispira, perché non importa quanto ci metti ma alla fine arrivi dove vuoi se sei determinato, certo che se aggiungi il TURBO inteso come forza esplosiva positiva più facilmente raggiungi l’obbiettivo.
Questa rivista, sito, movimento è per definizione POP, infatti ci sentiamo fortemente e profondamente POP, perché nasciamo in un periodo dove tutto è già stato fatto, prima di noi c’è stato Leonardo, Monet, Galileo e Newton, cosa vuoi inventarti? TUTTO!TURBO!UN QUADRO!UNA CANZONE!UN ARTICOLO!
Tutto ciò che non è come la mediocrità di cui siamo circondati, la mercificazione di qualsiasi cosa ad ogni costo vuota di significato la nostra vita, ci fotte le speranze e la voglia di crescere. Questi “vecchi” che ci governano sono lontani anni luce da chi fa cultura più o meno underground, parlano un'altra lingua vivono in un altro paese, il loro, dove fanno quello che gli pare. Picconiamoli con il nostro lavoro, con quello che produciamo e sappiamo fare, solo così potremo andare nel mondo orgogliosi.
Allora noi saremo luogo di rifugio e valorizzazione, ricreiamo insieme l’atmosfera della sala del cinema in cui i sognatori si incontravano a Parigi, come ci dice Matthew “Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicini? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché, sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo non fossero ritornate nella cabina di proiezione.”
Con la stessa voglia curiosa e vorace, riempiremo il vuoto di queste pagine che prima non esistevano, e che ci saranno finchè anche l’ultimo sognatore non si arrenderà.
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