Al lavoro, così Proietti ha voluto festeggiare i suoi 70 anni di cui quasi 50 passati sul palcoscenico, con classe. Dagli inizi nelle cantine del teatro sperimentale, passando per Alleluja, brava gente con Garinei & Giovannini al Sistina, fino ad arrivare al suo più grande successo, quello che ha rappresentato un nuovo modo di fare teatro in Italia: A me gli occhi, please. Solo in scena con una cassa piena di quelli che il grande attore amava definire “ricordi del mio futuro”, Proietti ipnotizzava quasi 3.000 persone a sera, in un continuo alternarsi di pezzi, canzoni, monologhi, comici e seri, alti e bassi, una ricerca continua di instaurare un rapporto col pubblico, cosa che gli è riuscita abbastanza facilmente considerando le centinaia di repliche dello spettacolo.
Dal Teatro Tenda in poi solo successi, si è misurato con testi di Petrolini, artista del quale molti lo ritengono erede indiscusso, ma a questo proposito la migliore definizione l’ha data Gigi Magni: “Proietti non è l’erede di Petrolini, è molto di più, Gigi è il nuovo Petrolini”. Sul finire degli anni 70’ dirige una scuola per giovani attori, il Laboratorio di esercitazioni sceniche, che sforna talenti senza sosta per quasi 15 anni: da Flavio Insinna a Gianfranco Jannuzzo, passando per Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Francesca Reggiani, Massimo Wertmuller.
Mette in scena una memorabile edizione del Kean, testo di Raymond Fitzsimmons, portandolo per la prima volta in Italia dopo averlo visto interpretare a Londra dal grande Ben Kingsley. Partecipa ad alcuni film memorabili come Febbre da Cavallo di Steno, che racconta le truffe di tre scommettitori accaniti, Casotto di Sergio Citti, e la bellissima Tosca in musical di Gigi Magni, che lo vede a fianco di attori del calibro di Monica Vitti, Vittorio Gassman e Aldo Fabrizi. Lavora con Robert Altman nel film Un matrimonio conVittorio Gassman e in Francia con Bertrand Tavernier in Eloise, la figlia di D’Artagnan, nel ruolo del cardinale Mazzarino.
La sua poliedricità lo porta a lavorare ad altissimi livelli anche nel doppiaggio, sua è infatti la voce di Silvester Stallone nel primo Rocky (“Adrianaaaaa!”) ma anche quella di Robert De Niro in Mean Streets e in Casinò e quella di Dustin Hoffman in Lenny.
Da attore si trova a un certo punto della sua carriera a desiderare di passare dall’altra parte del palco, e comincia la sua carriera di regista, costellata di grandi successi, non solo nel campo della commedia, uno su tutti La Presidentessa con Sabrina Ferilli, ma anche nel campo dell’opera lirica, dove è entrato in punta di piedi tra lo scetticismo dell’ambiente che è riuscito, grazie al suo straordinario talento, a far ricredere ottenendo sempre vasti consensi di pubblico e critica. Ama profondamente la sua città, e sceglie di svolgere la sua professione prevalentemente a Roma, prendendo in gestione il vecchio e glorioso, ma all’epoca disastrato, Teatro Brancaccio e facendolo diventare in 7 stagioni il primo teatro a Roma e fra i primi in Italia per presenze di pubblico. Nasce da una sua idea il Globe Theatre di Villa Borghese, copia esatta del famoso teatro elisabettiano di Londra, che sotto la sua direzione artistica vanta oltre 45.000 presenze nei soli tre mesi estivi e con un cartellone esclusivamente composto da testi shakespeariani.
In televisione veniva accusato di “non bucare lo schermo”, poi nel 1996 interpreta per la Rai Il Maresciallo Rocca, e lo schermo lo sfonda, polverizzando ogni record d’ascolti. Ora a 70 anni, ha ancora un sogno nel cassetto, quello di poter dirigere un film al cinema, intanto gira in questi giorni una nuova fiction Rai. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno gli ha proposto la direzione artistica del Teatro Stabile di Roma, ma lui, al contrario di qualche “collega”, si è preso del tempo per valutare, perché vuole onorare gli impegni presi e perché per dirigere uno stabile, ha dichiarato, ci vuole un progetto non ci si può improvvisare. Sottolineando così l’amore e l’intelligenza con cui ha sempre affrontato il suo mestiere in tutte le sue sfaccettature, aspettando di trasformare in oro la sua prossima esperienza lavorativa.