Il bamboo e un posto dove vivere
architettura - di Paolo La Farina
 
 
 
il 2011 è stato un anno duro. I timori e le previsioni più nefaste per l'economia del mondo si sono materializzati con forza. E' venuto il momento di cominciare a cambiare il nostro modo di pensare e di agire. Iniziando dalle piccole fino alle grandi cose.

Anche il concetto di "buona architettura" si sta trasformando velocemente. La sostenibilità ambientale e l'esigenza di cambiare il modo di rapportarci con le risorse del mondo in cui viviamo è oggi il punto di partenza per ogni idea progettuale.

In questo numero vi propongo un progetto realizzato in Tailandia da THIN, una organizzazione norvegese no-profit che lavora nel campo umanitario attraverso l'architettura.

L'esigenza era di creare un posto dove vivere per bambini rimasti orfani a causa dell'interminabile conflitto tra Tailandia e Birmania.

Per questi bambini era necessario creare un alloggio inserito in una realtà sociale che comprendesse alcuni servizi essenziali, come una scuola, una biblioteca, una mensa, ecc. Insomma un posto dove si potesse creare un minimo di vita "normale" in cui poter crescere.

Le risorse erano comunque limitatissime, e si dovevano cercare soluzioni con materiali locali e tecniche costruttive più che economiche.

Il materiale scelto è stato quindi il bamboo, facilmente reperibile localmente e con straordinarie caratteristiche (resistenza, flessibilità, leggerezza, ecc.) che lo rendono una risorsa eccellente.

Il piccolo villaggio realizzato è un esempio sintetico di qualità, rendendo l'idea architettonica un reale servizio.
Ma non è proprio questo lo scopo dell'architettura?

Le immagini che vi propongo danno un'idea abbastanza esaustiva del lavoro realizzato, sia dal punto di vista tecnico-costruttivo, ma anche come spazio sociale di grande accoglienza e vivibilità.



 





Per saperne di più:
www.tyintegnestue.no



 
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