Una vita 2.0.
Società, cultura e modo di vivere contaminati dai social media.
  di Michele Centorrino
 
 
Mi alzo la mattina ed una delle prime cose che faccio è accendere il mio smartphone, pochi secondi e sono nella rete, Twitter, Facebook, email, apps di vario genere si connettono aggiornandomi su quanto accade, secondo filtri regolati da algoritmi, come per Google, che selezionano le migliaia d’informazioni secondo le mie ricerche, letture e interessi.
Arrivo in ufficio e la condivisione aumenta, i link si sovrappongono, gli eventi aumentano in modo esponenziale, devo staccare totalmente per poter lavorare con la giusta concentrazione. La sera poi sei in giro a bere una birra con gli amici e tutti intorno a te hanno lo smartphone in mano, tutti a farsi localizzare, taggare in foto della serata pubblicate in tempo reale.
E’ la vita 2.0 baby, non puoi farci niente, stai al passo, sfruttala a tuo vantaggio o sarà solo una grande perdita di tempo.
A tal proposito qualche giorno fa Gianni Riotta scriveva in un bellissimo articolo sul rapporto tra new media e old values: “…l’ottimismo è temperato dal blog dell’economista Tyler Cowen (i suoi libri tradotti da Cooper): l’economia dell’alta tecnologia crea due classi sociali separate, una che possiede gli strumenti del nuovo sapere e prospera, la seconda che non li governa ed è perciò relegata in ruoli umili. Sull’informazione online, «l’età della macchina intelligente» analizzata nel 1988 da Shoshana Zuboff, crea mondi paralleli, uno colto, tollerante e aperto al dibattito anche aspro dove i Morozov e gli Spadaro competono tra loro. L’altro, populista, chiuso, livoroso, che preoccupa lo studioso Charles Kupchan: «La rivoluzione dell’informazione, internet e i mass media onnipresenti nutrono la polarizzazione ideologica più che generare dibattito razionale» in Europa e in America..”



L’influenza dei social media nella nostra vita è evidente, quantificabile al punto che siamo diventati il riferimento del marketing di internet, l’advertisng impazzisce per il virale che passa dai singoli “mi piace” piuttosto che dalle visualizzazioni, non costa nulla ed è profondamente personale e vincolante. La cosa più difficile invece è identificare il processo inverso, quanto la cultura, l’arte e i contenuti sono influenzati dalle persone che interagiscono attraverso i social media piuttosto che attraverso spazi 2.0 dei siti internet dedicati proprio a questo scambio.
Il dibattito è ampiamente discusso e acceso, perché se da una parte l’old school resta ancorata alla costruzione del mondo telematico in html, considerato il linguaggio dei puristi essendo totalmente plasmabile e costruito a misura sul cliente o su quanto vogliamo comunicare attraverso un sito internet, ha però dei forti limiti di chiusura non essendo facilmente malleabile per il 2.0 e di difficile utilizzo per il virale a causa della scarsa indicizzazione delle pagine. Dall’altra parte abbiamo il mondo degli “smanettoni” con il php, linguaggio ben sfruttato da wordpress e jooomla oltre che dai tantissimi sviluppatori autonomi dei famigerati templates. Questo linguaggio ormai sta diventando il più usato nella rete, attraverso schemi grafici rigidi consente infatti anche al meno esperto di costruirsi da se un sito internet, avendo in mano uno strumento completo dal punto di vista tecnico per la condivisione totale e la connessione con social media. Sembrerebbe lo strumento perfetto ma c’è un “ma” grosso come una casa, la standardizzazione dei templates, la costrizione di dover lavorare con dei moduli standard difficili da rendere originali impoverisce nettamente la qualità e il design.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di essere laboratorio di ricerca in questa materia, stiamo sperimentando la costruzione del nuovo layout di TurboArte trasformandolo da sito internet in html al php, intervenendo fortemente sul lato estetico-qualitativo in fase di programmazione e cercando di sfruttare al massimo gli aspetti positivi dei due linguaggi fondendoli in un unicum.
Il viaggio nella vita 2.0 come vedete è ampiamente interessante e sfaccettato. I social media vengono utilizzati per qualsiasi cosa, dalla politica, all’adv, alla diffusione di nuove culture e modi di interagire. Adesso è molto più semplice accedere alle informazioni, ma la quantità dei flussi di comunicazione è soverchiante, basti pensare alle nostre collezioni di musica, ormai abbiamo scaricato così tanti mp3 che non ci basterebbero 3 vite per ascoltarli tutti!
Inoltre è interessante osservare come sia diventato centrale il network citando l’interessantissimo articolo di Serena Danna: “...il network è principio primo della nuova conoscenza e i fatti sono «condivisi» perché è l’infrastruttura stessa della conoscenza che lo richiede. La bontà del sapere prodotto online dipende dall’architettura che siamo in grado di costruire. Weinberger spiega: «Da quando la conoscenza è diventata un network, la persona più intelligente all’interno di una stanza non è quella che pontifica in piedi davanti a noi, né tanto meno l’intelligenza collettiva della stanza: la persona più intelligente della stanza è la stanza in sé; il network che connette persone e idee in quello spazio e le proietta all’esterno». Per il filosofo ne deriva un sapere «meno certo ma più umano, meno definito ma più trasparente, meno attendibile ma più inclusivo, meno solido ma più ricco». È in atto una crisi del sapere che è, allo stesso tempo, esaltazione del sapere: mai c’è stata tanta informazione nel mondo accompagnata, per la prima volta, da un contenitore adatto ad accoglierla..”

Eccoci dunque immersi in questa miriade di possibilità, abbiamo la fortuna di poter scegliere influenzando e costruendo il domani, consapevoli che il cambiamento avviene ad ogni istante, questa materia, la comunicazione digitale, è per me totalizzante e affascinante, è un oggetto di studio che richiede continuo aggiornamento e dedizione. Tutte queste novità, le interazioni, gli scambi, segnano il passo con i tempi immersi ormai in questa nostra vita 2.0.

 
LINK SUL TEMA:

http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/news/articolo/lstp/438110/
http://lettura.corriere.it/sappiamo-tutto-capiamo-poco
http://www.wikiculture.net/2012/01/10/diritti-dautore-nellera-del-2-0-che-fine-fa-il-nostro-diritto-alla-creativita
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-01-16/frontiere-social-business-ecco-092846.shtml?uuid=AacmZbeE
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=161099
http://www.techeconomy.it/2012/01/23/no-di-questo-passo-la-rete-non-ci-salvera-dal-mainstream/
 
 






 
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