Novità e furore per le humanae litterae.
Jane Austen sposa google.

 
letteratura - di Christopher Pacioni
   
 

Il potere comunicativo ed estremamente globalizzante dei mass media non esime la delicatezza riservata della letteratura. Ma quale sarà la sua reazione a questo stimolo?
Luci e ombre della letteratura cibernetica. Un nuovo traguardo o un fuoco di paglia?


Tra e-book, wikipedia e siti che ricordano molto i vecchi salotti letterari del ‘700, anche Catullo, Ovidio e perfino Omero trovano una via alternativa alle vecchie pergamene e al semplice cartaceo di un libro: diventano telematici. Ma cosa avrebbe detto il caro vecchio Cicerone al riguardo? Il difensore delle tradizioni e del mos maiorum(costume degli antenati) per antonomasia si sarebbe schierato contro o a favore? Difficile da dire ma sarebbe utile sgombrare il campo da ombre e perplessità.
Sicuramente, nella nostra era niente è più legato alla tradizione di un libro. Un compagno di viaggio, depositario di sogni, paure e, perché no, frustrazioni del lettore che non andrebbe mai separato dall’uomo moderno, immerso fino al collo nel mondo cibernetico tanto da rischiare di affogarci dentro. Qualcuno potrebbe dire che un libro rimane forse l’unica ancora alla realtà, al vecchio mondo cui stiamo sempre più voltando le spalle. Ora la domanda è: un’opera d’arte affermata da secoli non sarebbe più la stessa se estratta dalla carta e trasformata in una lunghissima catena di bit? Domanda retorica naturalmente, la cui risposta è senz’altro un secco no. Non è certo una pagina a rendere un capolavoro tale. Ciò che davvero solleva non poche incertezze è l’affetto che tutti provano verso un libro, fisicamente parlando: insomma, cambia la forma, non il contenuto. Tuttavia, l’e-book rappresenta probabilmente l’espressione massima del futurismo, proprio a proposito del gioco forma e contenuto o, meglio ancora, forma e movimento. In molti dipinti futuristi vediamo come la forma perde tutta la sua importanza in favore dell’apoteosi del movimento, l’unica vera realtà. Un libro elettronico non fa alcuna differenza: la Divina Commedia si trasforma in un insieme di collegamenti elettrici, un insieme di byte, ma resta la Divina Commedia. E poi, se vogliamo guardare un’opera letteraria a livello fisico, non è anche un libro in carta o pergamena un insieme di atomi in movimento?
Mettendo da parte l’electronic book, lo stesso discorso vale per facebook, siti e forum interamente legati alla discussione letteraria. Certo, da un punto di vista più lirico e poetico, un gruppo di lettura è molto più significativo quando le discussioni vengono poi organizzate di persona, ma se anche si avvalessero di una di queste vie alternative di confronto non perderebbero il loro significato, o almeno non totalmente. Anche in questo caso, l’unico problema è dato, da una parte, dall’attaccamento alle tradizioni e, dall’altra, dal valore “umano” di un volume di famiglia soggetto a usura o di un incontro vero tra letterati.
Per concludere, manca un aspetto fondamentale da mettere in luce: l’importanza della trasmissione. Non è forse questo il fine ultimo di chi cura e dedica la sua vita alla letteratura? Oltre all’arricchimento personale, ogni letterato ha il diritto e il dovere di tramandare le humanae litterae. E quale miglior via di internet? Ormai la rete rappresenta a tutti gli effetti un patrimonio inestimabile di informazioni, lo sappiamo tutti. Ma nessuno sottolinea come, tra queste informazioni, si trova anche tutto lo scibile umano che, così, è davvero alla portata di tutti, indistintamente. Avremo realizzato il sogno di Dante di fare cultura per chiunque? Chissà. Magari.