Un palcoscenico multimediale
 
musica - di Giorgia Mastroianni
 
 
 
Il mondo musicale vive una realtà sempre più multiforme e complessa. Non è un segreto ormai che la rivoluzione digitale, iniziata da più di un decennio, abbia mutato in maniera profonda gli ambiti della produzione, del consumo, del piacere e la stessa identità degli artisti.
Per farsi strada una volta i gruppi suonavano in numerosi locali e, se riuscivano a entrare nei giri giusti, il pubblico cominciava a parlarne. Ascoltati e scoperti, numerosi artisti diventarono celebrità; come accadde a quattro sconosciuti ragazzi di Liverpool o a un ignoto Farrokh Bulsara, in seguito conosciuto col nome d’arte Freddie Mercury.
Le caratteristiche intrinseche di Internet come strumento di comunicazione e interazione hanno abilitato nuovi modelli di fruizione anche in ambito musicale: il fenomeno dilagante dei social networks ne è un esempio.
Non è un’esagerazione affermare che il mondo digitale abbia risucchiato ogni nuova espressione musicale, la rete straripa di club virtuali composti da utenti accomunati da interessi e gusti comuni. Attraverso facebook, myspace, twitter, youtube e altri siti web, è ormai possibile non solo ascoltare o acquistare nuovi brani musicali ma anche gestirne di propri. Negli ultimi anni sempre più social networks si sono imposti come nuovo ambiente per lo scambio di conoscenze e la scoperta di nuovi contenuti. Myspace, che fino al 2008 è stato il social network più diffuso al mondo, prima che il boom di facebook gli soffiasse il primato, permette agli iscritti di costruire una propria pagina, avere un blog, inserire musica e condividere video, mentre Youtube ha avuto una diffusione talmente rapida da essere utilizzato come nuovo canale di comunicazione anche per i media tradizionali.
Il futuro della musica appare ormai segnato. Gerd Leonhard, uno dei massimi esperti della rete, ha scritto nel suo blog “MediaFuturist”: «Nel giro di pochi anni l’offerta di musica legale e capillare e il concetto di “feels like free” ci porteranno ad avere dei veri e propri music blogger più importanti di qualsiasi altro DJ che abbiamo ascoltato alla radio. (…) Questi music blogger diventeranno anche talent scout e proprietari di etichette discografiche ».
Social networks come Sonorika e RockIt non fanno altro che confermare l’opinione di Leonhard. Grazie alla possibilità di creare pagine personalizzabili su cui caricare le proprie creazioni, che gli altri utenti possono poi commentare e che vengono poi catalogate in vere e proprie classifiche, questi social networks, oltre a fornire visibilità anche tramite recensioni e interviste, promuovono i musicisti dando ai propri iscritti l’opportunità di suonare a eventi musicali come il Mi Ami Festival di RockIt.
Un’altra conferma di questo nuovo orientamento multimediale della musica sono i cosiddetti “fenomeni da youtube”, ovvero giovani sconosciuti diventati popolari grazie ai loro video-casalinghi. Con la complicità del sito di video sharin più famoso del mondo, molti artisti sono, infatti, riusciti a diventare vere e proprie star del web.
Il chitarrista finger style Andy McKee ne è un esempio: grazie alla sua perfomance live della canzone “Drifting”, divenuta in poco tempo un video di primo piano su YouTube e MySpace (realizzando oltre 30.000.000 visite) e alle successive “Rylynn” e “Africa”, McKee è ora uno degli artisti più conosciuti e stimati del web. L’approvazione di milioni di fan dilaga su tutti i social networks, incitandone l’ascolto e promuovendone i brani. La fama di McKee conferma l’affermazione di Gerd Leonhard: “Prima o poi non sarà più rilevante il metodo con cui otterremo la musica, quello che conterà sempre di più sarà il contesto, l’approvazione, la rilevanza”.
Fu Shakespeare ad affermare che il mondo non è altro che “un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte”. Nel nuovo universo musicale, questo palcoscenico è divenuto multimediale e il vero talento consisterà sempre di più nell’incessante capacità di cavalcare le reti sociali.
 



 
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