In Brasile fra patrimoni UNESCO
e mondiali di calcio
 
viaggi - di Karen Iacono
 
 
 

Sulla cima del monte Corcovado, il Cristo Redentore stende le braccia in fuori e osserva Rio de Janeiro, taglia l’aria e si protrae al cielo con i suoi 38 metri di altezza, fiero di essere una delle sette meraviglie del mondo moderno. È il monumento più famoso della città, quello che tutti riconoscono come simbolo dell’identità brasiliana, la statua che ogni turista vuole vedere e ai piedi della quale tutti si vogliono far fotografare. Il Brasile, reduce dei festeggiamenti del Carnevale e dello sgambettare al ritmo di samba, si presenta nel pieno delle forze per ospitare uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo: la Coppa del mondo FIFA 2014. I preparativi iniziano ovviamente con largo anticipo, e già si calcola un investimento complessivo che va oltre i 24 miliardi di reais, suddivisi in 5,50 miliardi per la ristrutturazione e l'ampliamento di 13 aeroporti e 7 porti, 11,9 miliardi per infrastrutture nelle 12 città sede degli incontri di calcio del torneo e 6,9 miliardi per la ristrutturazione e l'adeguamento alle certificazioni ambientali di 12 stadi di calcio. Sembra che la manifestazione sportiva lascerà in eredità al paese un contributo alla crescita del PIL pari a 183,2 miliardi di reais fino al 2019, ovvero un +0,4% annuo tra stimoli diretti e indiretti all'economia. E mentre qui si sgomita per un posto di lavoro, e si cerca di guarire dalla crisi, non solo economica ormai, di un’Italia delusa e demotivata, uno dei colossi dell’America del Sud marcia verso una crescita esponenziale e cerca di far “mangiare” i suoi cittadini affamati e pronti a esordire tra i cittadini delle potenze mondiali. Non che questo voglia dire rimozione di favelas e baraccopoli ma, per lo meno, sembra che qualcosa stia cambiando e che si cominci a parlare di benessere. Dopo 40 anni di migrazioni interne e di crescita demografica, il Brasile è oggi una paese fortemente urbanizzato e São Paulo è sul podio come seconda città più popolosa al mondo. Divertimenti, sapori esotici e cachaça a fiumi, fughe romantiche e donne bellissime infiammano l’immaginazione degli occidentali che identificano in questo stato, il paradiso. Ma i colori, i profumi e la gioia di vivere che si respira nelle strade di Brasilia, São Paulo e Rio lascia spazio alla natura indomata dell’Ammazzonia e delle foreste pluviali, che conservano molti segreti e tratti ancora oggi inesplorati. Manus è una piccola cittadella impiegata come punto di partenza per le escursioni in Amazzonia, che sorge sulle rive del Rio Negro, 10 km a monte della confluenza di quest'ultimo con il Solimões, che segna l'inizio del Rio delle Amazzoni. Il Parque Nacional da Chapada dos Veadeiros è un’altra importante risorsa del Brasile che si trova nella regione superiore del Centro-Oeste, a nord di Braslia. Meta ideali per gli amanti dell’ecoturismo, e palcoscenico di cascate e giochi d’acqua, animali e flora di ogni specie. In tutto il Brasile sono ben 18 i beni storici, architettonici, paesaggistici e naturalistici, dichiarati Patrimonio mondiale dell'Umanità dall'UNESCO. L'ultimo inserimento in ordine di tempo risale al 2010 e riguarda la seicentesca Praça São Francisco a São Cristóvão, città di oltre 70.000 abitanti nel Sergipe, il più piccolo tra gli stati federali brasiliani. Altri siti e città potrebbero aggiungersi a breve alla lista brasiliana del World Heritage, e dal 1980 a oggi, il Comitato per il Patrimonio dell'Umanità ha riconosciuto lo status di testimonianze uniche e irripetibili della storia, della cultura e dell'arte mondiale alle città storiche di Ouro Preto e Diamantina (Minas Gerais), Olinda (Pernambuco), Salvador (Bahia), Goiás (Goiás) e São Luis (Maranhão), cui si aggiunge la capitale federale e la più grande esposizione mondiale permanente sull'architettura razionalista del XX secolo.
 


 
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