World Trade Center Memorial
Reflecting Absence
 
 
architettura - di Paolo La Farina
   
 
Michael Arad, architetto israelo-americano con la collaborazione dell'architetto paesaggista Peter Walker, vincitore del concorso per il World Trade Center Memorial di New York, ha chiamato il suo progetto “Reflecting Absence”.
Dove sorgevano le torri crollate in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 rimarranno due vuoti. Due vuoti densi, metafora di una assenza.
Due grandi vasche quadrate, l'impronta degli edifici crollati, profonde 13 piedi (poco meno di 5 metri) saranno realizzate esattamente laddove sorgevano le torri. Le pareti sono cascate di acqua. Un flusso continuo di acqua verso l'abisso. Senza fine. Intorno un lunghissimo nastro che circonderà le pareti delle vasche riporterà i nomi delle 2749 vittime.
L’architetto ha dichiarato: “I due vuoti possono essere letti come contenitori di perdita”.
Questo progetto ha la straordinaria capacità di rendere “pieno” e denso di suggestioni quello spazio, senza la necessità di usare la materia per renderlo reale. La realtà è evocata a sua volta dall’assenza.
Di notte potentissimi fasci di luce proiettati verso il cielo ripropongono il segno, la memoria degli edifici senza più matericità ne misura, verso l'infinito.
Lo spazio diventa idea, segno, forma.
Come in un processo di sublimazione il pieno diventa vuoto, la materia svanisce, si trasforma, denuncia la sua precarietà, sostituibilità per diventare spazio, luce. Il segno, l'idea, l’architettura rimane.
Piazza Navona a Roma, piazza del Mercato a Lucca, e molti altri casi ci ripropongono questa trasformazione in cui la materia muta nel tempo il suo stato, la sua funzione, ma la forma, il segno, l'architettura sopravvivono.

 

 


Michael Arad è nato a Londra nel 1969.
Figlio di un ex ambasciatore israeliano negli USA, ha vissuto per nove anni a Gerusalemme.
Laureatosi in architettura ha conseguito un master presso il Georgia Institute of Technology 's College di Architettura. Dal 1999 vive e lavora a New York.

 
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