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Well, new york city, babe! |
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musica - di Giorgia Mastroianni |
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New York. Forse non esiste luogo più celebre al mondo, scenario di un’infinità di film e serie televisive, libri, riviste e soprattutto tanta, tanta musica. Le radici musicali della grande mela sono infatti incalcolabili, toccano tutte le terre: dall’Africa del Blues e degli Spirituals, ai ritmi latini dell’America del Sud fino all’elettronica del nord Europa senza ovviamente tralasciare il Rock in tutte le sue forme.
In una sua intervista Patti Smith dice : “Ero da poco arrivata a NY, avevo scritto i miei primi pezzi, di solito il mondo viene in questa città, (..) c’è la possibilità di anarchia dietro ogni cosa, la gente ha paura, è arrabbiata, ma io credo che quello che potrà dare speranza e unità sia il r&r, e quando parlo di r&r intendo tante altre cose: il jazz è stato in un certo senso r&r. R&r è qualsiasi cosa che vada a colpire le strutture sociali, qualcosa di positivo nel distruggere”.
È un’impresa assurda ricordare e citare tutti i nomi di cantanti, gruppi e musicisti che hanno vissuto e suonato nella Grande Mela. Basti pensare allo storico Blue Note, probabilmente il più rinomato tra i jazz club di tutto il mondo, inaugurato nel 1981 e che da allora ha ospitato artisti del calibro di Sarah Vaughn, Lionel Hampton, Dizzy Gillespie, Stanley Turrentine, Oscar Peterson, Ray Brown, e Tito Puente (per citarne solo alcuni). Così come il 55 Bar, aperto fin dall’epoca proibizionista, descritto con “cuore jazz e anima blues” e che tutt’oggi ospita alcuni dei migliori musicisti in circolazione.
In ogni angolo si respira un pezzo di storia musicale: fu proprio a New York, precisamente nel Ristorante Reinsenweber al Columbus Circle che nel 1917 si esibì il gruppo jazz O.D.J.B (gli Original Dixieland Jazz Band) riscuotendo uno strepitoso successo e rendendo finalmente nota la musica di New Orleans. Fu allora che la parola “jazz”, scritta inizialmente quasi sempre “jass”, si diffuse in tutto il mondo.
“New York è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza” scrive Lou Reed, definito (non a caso), il “New York city man” per antonomasia. Lou Reed è una leggenda in perenne trasformazione: sperimentando, anche da solista, un’interazione continua tra poesia e musica è diventato negli anni simbolo della trasgressività e del beat newyorkese . Nato e vissuto a NY, qui , nella seconda metà degli anni sessanta, Reed collabora con John Cale e fonda i Velvet Underground, destinati ad entrare nella storia come uno dei più grandi gruppi rock di sempre. Paesaggio di musiche, battaglie sociali e politiche, la New York da lui descritta è umana, dura, ribelle e spesso decadente :
“Metterò Manhattan in un sacco della spazzatura con una scritta che dice –è difficile non fregarsene di questi tempi-”( citando Romeo Had Juliette, brano che fa parte di un suo album del 1989 intitolato, non a caso, New York). Anche l’album Set The Twilight Reeling uscito nel ’96 è dedicato alla Grande Mela, con la quale l’artista si dichiara da sempre in perfetta armonia. Lou Reed ha anche scritto una raccolta di testi e poesie: Between Though and expression, scegliendone personalmente la scaletta. I brani descrivono il percorso di un uomo attraverso la New York degli anni Sessanta fino alla fine degli anni Ottanta.
New York è stata la scelta di tanti nomi divenuti storia della musica e del canto: John Lennon nel 1971 mette su casa con Yoko Ono in uno dei quartieri storici di NY, poco dopo inciderà nel suo settimo album da solista New York City, canzone caratterizzata da un rock in stile Chuck Berry e che racconta la vita newyorchese di John e Yoko. Sarà inoltre al Madison Square Garden, il 28 novembre 1974, la sua ultima apparizione in concerto.
Non si può non ricordare inoltre che fu all’Apollo Theater, situato tutt’oggi nel quartiere di Harlem, (zona nord di Manhattan), che Ella Fitzgerald ebbe il suo primo debutto, in una di quelle serate dette “Amateur Nights”, in cui giovani dilettanti si esibiscono in sfide canore. Insomma, la storia parla chiaro: New York e il suo cuore, Manhattan, sono da sempre luogo per eccellenza di chi, come disse Lennon “vuole continuare a sentirsi nel centro dell’arte!”.
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Ligaday e Campovolo 2.0: per i fan
di Ligabue arriva una scarica di adrenalina! |
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musica - di
Giorgio Velardi |
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Se "Il meglio deve ancora venire", allora i suoi fan
rischiano l'indigestione di emozioni. Luciano Ligabuenon si ferma
e, dopo un anno vissuto da protagonista grazie al successo dell'album "Arrivederci,
mostro!", prepara un evento atteso da migliaia di suoi sostenitori: "Campovolo
2.0", il secondo mega raduno nell'aeroporto di Reggio Emilia
dopo quello datato 2005. L'occasione per presentare quello che si
preannuncia come l'appuntamento clou dell'estate 2011 è stato
il "Ligabue day", concerto "cinematografico" trasmesso
in 190 sale italiane il 23 marzo scorso. Un Luciano raggiante, che
ha aperto la serata in collegamento proprio da Campovolo in compagnia
di Alessandro Cattelan, ha fornito alle migliaia di spettatori succose
anticipazioni sull'esibizione del prossimo 16 luglio. I centomila
fan che potranno assistere a questo nuovo "giorno dei giorni" conoscono
bene la location: era il 10 settembre 2005 quando a Campovolo Ligabue
presentò "Nome e Cognome" davanti a 165.264 spettatori
(dati ufficiali SIAE), stabilendo il record europeo di presenze in
un concerto tenuto da un singolo artista. Quest'anno ci saranno delle
importanti novità: il palco (lungo 80 metri e arricchito da
una cornice di oltre 600 mq di schermigiganti) sarà allestito
in un'area di 250.000 mq, e i fan del Liga avranno la possibilità di
vivere l'evento già da venerdì 15, quando verrà aperto
il "Ligavillage" (spazio in cui saranno presenti stand
a ristorazione, sport, giochi, proiezioni cinematografiche e iniziative
sociali). Non finisce qui, perchè dalle 21.00 di sabato il
rocker di Correggio salirà sul palco coadiuvato da tutti i
musicisti che lo hanno accompagnato nell'ormai ventennale carriera.
Dopo la presentazione di "Campovolo 2.0" e del video del
nuovo singolo "Il meglio deve ancora venire" (girato a
Barcellona, la cui protagonista femminile è la bellissima
Isabella Ragonese), spazio a quello che può essere definito
un "concerto di concerti". Ligabue ha infatti spiegato
come tutte le date del tour di "Arrivederci, mostro!" siano
state registrate: ciò ha permesso di pubblicare un'edizione
speciale del disco ("Arrivederci, mostro! "Tutte le facce
del mostro", uscito il 30 novembre 2010 e composto da un Dvd
con le 12 canzoni suonate dal vivo, più una rilettura delle
stesse in chiave acustica) e di fare un rapido viaggio nelle città invase
dal consueto bagno di folla che accompagna le sue performance (il "Ligabue
day", appunto). E così i fan hanno "visitato" in
una sola sera Roma, Milano, Padova, Salerno, Firenze, Torino, Oristano,
Palermo, Pescara, Bologna, Messina e Bari, trasformando le 190 sale
cinematografiche in 190 stadi. Si è cantato sulle noti delle
celebri "Certe notti", "Balliamo sul mondo" e "Urlando
contro il cielo", passando per le più recenti "Un
colpo all'anima", "Ci sei sempre stata", "La
linea sottile" e "Quando canterai la tua canzone".
Adrenalina pura, voci sintonizzate sulla stessa frequenza, parole
ormai scolpite nella memoria. Per tutto questo e molto altro ancora,
Luciano vi aspetta fra pochi mesi a Campovolo. Per maggiori informazioni
potete consultare il sito www.ligachannel.com, completamente rinnovato
nella sua veste grafica. "Il meglio deve ancora venire",
dice il Liga. E noi, ancora una volta, gli crediamo. |
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