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Il cinema 3-D (tridimensionale o anche chiamato cinema stereoscopico) è un tipo di cinema che propone una visione che, attraverso l’utilizzo di alcune tecniche particolari sia nella ripresa che nella proiezione, da l’illusione ottica della stereoscopia. La stereoscopia è l’illusione di vedere le “tre dimensioni” (altezza, profondità e ampiezza) sullo schermo (dove in realtà si possono vedere solo 2 dimensioni, cioè altezza e ampiezza). La visione tridimensionale è dovuta al fatto che i nostri due occhi vedono da punti di vista differenti, mandano le informazioni registrate al cervello che le elabora dandoci la dimensione della profondità. Queste tecniche sono utilizzate soprattutto per film il cui successo commerciale possa garantire la copertura dei costi di produzione molto elevati. Quella che gli appassionati considerano l'"età d'oro" del cinema 3-D ha inizio nel 1952, con l'apparizione del primo film stereoscopico a colori, Bwana Devil, prodotto, scritto e diretto da Arch Oboler.
Il primo declino della mania del cinema 3-D si ha nella tarda estate/inizio autunno del 1953. I fattori che causano questo declino sono, tra gli altri, il dover proiettare due pellicole simultaneamente, mantenendole parallele anche dopo un eventuale riparazione per non perdere la sincronizzazione, e spesso si rendono necessari due proiezionisti per far funzionare in modo adeguato la sincronizzazione. Nel dicembre del 1953, il 3-D fa il suo ritorno con la presentazione di una serie di svariati importanti film stereoscopici, compreso il Musical della MGM “Baciami Kate” (Kiss Me, Kate). Il film rappresenta il terreno di test su cui decidere se il 3-D deve rimanere o essere abbandonato. La MGM lo testa in sei cinema: tre in 3-D e le altre tre in normale formato "piatto". Secondo gli annunci commerciali dell'epoca, la versione 3-D è accolta con tale entusiasmo che il film viene presto distribuito ampiamente nella versione stereoscopica. L'avvento e lo sviluppo del 3-D ha portato ad uno stravolgimento del panorama cinematografico su tutto il fronte. Attualmente ci sono più attrezzature per la proiezione e molti più film ripresi in 3-D. Un incentivo è che la tecnologia è più sviluppata. Riprendere in 3-D impone meno limitazioni e il risultato è più stabile. Un altro incentivo è quello che i cinema si stanno spopolando e versano in uno stato di declino, i ricavi dai film in 3-D invece continuano a crescere. Ma non solo: il 3D è sempre più a portata di mano e accessibile a tutti: basti pensare alla possibilità di acquistare televisioni che permettono la visione di film e programmi in 3-D comodamente seduti sul proprio divano di casa. C’è però chi, negli ultimi anni, ha sottolineato anche gli aspetti negativi di questa nuova tecnologia.
In un articolo di Newsweek, il critico cinematografico e Premio Pulitzer nel 1975 Roger Ebert, ha deciso di prendersela con il 3-D costruendo su diversi punti la sua tesi. Prima di tutto non ce n'era bisogno: secondo lui il nostro occhio percepisce comunque il piano della profondità anche in un film in 2D. Il fatto che l'immagine sia costruita su diversi piani visivi può “distrarre” l'osservatore che deve concentrarsi su uno o sull'altro particolare. Causa nausea o mal di testa: il 3D dà un’esperienza visiva a cui non siamo abituati, e questo porta il cervello a dover faticare di più. Addirittura il Consumer Reports afferma che il 15% degli spettatori escono dal cinema con il mal di testa dopo aver visto un film in 3-D. Altro problema quello dell'illuminazione: i proiettori digitali attuali sono intrinsecamente inefficienti. Metà della luce arriva a un occhio, metà all’altro: questo riduce del 50% l’illuminazione. Inoltre il sovrapprezzo per la visione di film in 3D (fino a 5 euro in più rispetto al 2D in Italia). Per finire: riuscireste mai ad immaginare i film che abbiamo amato nella nostra vita in 3D?. C'e` chi si oppone al 3D come scelta di vita di Hollywood che sta puntando dritto al mercato dei giovani. Disney ha annunciato da poco che non farà più film tradizionali, e si concentrerà solo su animazioni, franchise e supereroi. La sensazione è che la Hollywood più giovane stia perdendo l’istinto per le storie e per la qualità che aveva in passato. Gira tutto intorno al marketing. Hollywood ha bisogno di un sistema di proiezione che vada bene per qualsiasi film e sia il miglior che il pubblico abbia mai visto. Gli uomini del marketing hanno ragione: il pubblico vivrà un’esperienza visiva incredibile come non può averla a casa. Ma non è detto che sia l'esperienza giusta. Come molte cose, soltanto il tempo potrà dirci dove anche questa innovazione ci porterà.
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