LO STADIO DEL FUTURO

  sport - di Riccardo Testa  
 
 
Di qualsiasi sport siate fan, dovrete sempre e comunque fare i conti con l’habitat in cui si svolge l’incontro; è il ring per i boxeur, la vasca per i nuotatori, il diamante per i giocatori di baseball ed il rettangolo verde per i calciatori. Cos’hanno in comune? Facile…Lo stadio! Da dove sono partiti, dove sono arrivati e che evoluzioni hanno subito gli stadi di calcio italiani ed europei ? Prendiamo l’Olimpico di Roma, iniziato nel 1928 ha cambiato morfologia mille volte; per ampliamento nel ‘53, arrivando ai centomila posti. Poi nel ’60 sono stati eliminati i posti in piedi, riducendo la capienza a 65mila. Nel ’90, per i mondiali, sono state avanzate le tribune di 9 metri, installata una copertura, innalzato il limite a 80mila. Nel 2008 l’Uefa l’ha voluto “a norma”, e allora via 7mila posti ma restyling generale. Tutto sommato, nonostante gli sforzi profusi, un impianto vecchio di concezione e contenuti. E il Bernabeu allora? Impianto sorto nel 1953, per ospitare 120mila persone, era più moderno nella concezione già da allora. Quando l’Uefa ha voluto l’eliminazione dei posti in piedi, c’era spazio per 70mila persone e per il Museo del Real Madrid. Nel 2003, poi, ampliamento a centomila persone e introduzione di ristoranti, negozi e servizi inimmaginabili qui da noi. Per non parlare dell’Old Trafford, tempio del Manchester dal 1910 ma stadio bello e moderno! Lo sviluppo negli anni dell’impiantistica di questi esempi dimostra come la futuribilità degli impianti sportivi possa avere molte diverse forme di attuazione, e che noi in Italia abbiamo ancora moltissima strada da fare. Di impianti sportivi bizzarramente futuribili, però, ce ne sono parecchi in giro per il mondo..un esempio? Il “The Float” a Marina Bay, Singapore. Impianto realizzato su una piattaforma galleggiante, è in grado di ospitare 30mila persone. O il “Cocodrilos Sport Park” di Caracas, Venezuela, che è stato ricavato da una ex cava di granito. Oppure l’ “Estadio Chivas”, in Messico, edificato a forma di vulcano; certo adatto alle alte temperature, ma in caso di neve? Si va in Giappone, al “Sapporo Dome”, il suo rivestimento a mo’ di capsula lo rende praticabile durante le tormente ed a temperature esterne sotto zero. Infine, edificato per gli Europei del 2004 e ricavato dal dorso di una montagna, l’Estadio Axa del Braga, in Portogallo, veramente un bel colpo d’occhio per l’impianto della finalista di Europa League. Ottanta milioni di euro ben spesi.. Complimenti!
 



 
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