Valencia,
un salto dal passato dritto nel futuro
  viaggi - di Filippo Gherardi  
 
 
C’è un metro di paragone comune ogni volta che si fa conoscenza con una città spagnola. C’è chi non riesce a notarne le differenze, chi invece le rimarca come se fossero talmente evidenti ed indelebili. Valencia non è Madrid, non ha la multietnicità di Barcellona e dimentica le origini moresche di Siviglia. Valencia è una città che ricorda il suo passato senza rinnegare il futuro, aprendosi al mondo, e non solo a quello turistico.
Il cuore di Valencia è un reticolato di piccole viuzze che sfociano, quasi tutte, nella frequentatissima Plaça de l’Ajuntament, autentico centro nevralgico della città. Camminando a piedi, impossibile non imbattersi nell’antico Mercato, ancora oggi vero fulcro commerciale cittadino. Alle spalle del Mercato ecco la Lonja de la Seda, la vecchia Borsa della Seta, un edificio in stile gotico destinato alla contrattazioni mercantili, costruito alla fine del quindicesimo secolo e diventato il simbolo del periodo d’oro di Valencia. Ma per spiare veramente l’autentico spirito valenciano, bisogna addentrarsi nel “quartiere vecchio”, dove antichi edifici e piccole piazze consegnano cartoline di una città dai mille profili. La più gettonata e fotografata senza dubbio quella della Cattedrale di Santa Maria, consacrata nel tredicesimo secolo e costruita sui resti di un’antica moschea. La piazza su cui si affaccia la Cattedrale è un punto di ritrovo silenzioso, nascosto e magico. Bar con tavolini all’aperto ne delimitano i confini, l’acqua che sgorga da una fontana situata al centro ne scandisce il passare dei minuti, mentre le centinaia di persone che vi si riversano in ogni ora del giorno ne colorano il piastrellato. E’ questa la copertina della Valencia spagnola, quella che serve jamon iberico con calici di vino rosso, e che lascia sulle dita il sapore, forte, di una paella divorata qualche ora prima dentro un ristorante in una Calle semi nascosta.

 


La Valencia che non ti aspetti invece la racconta l’improvvisa, e sbalorditiva, modernità che traccia il profilo della parte a Sud della città. La parte del porto ad esempio, restaurata in occasione della Coppa America di Vela del febbraio del 2010 ed oggi sede del circuito automobilistico cittadino da anni ormai inserito stabilmente nel calendario di Formula 1. Ma se si pensa a Valencia e alla sua sempre più pronunciata prospettiva moderna, allora come non permettere a sguardi ed obbiettivi di macchinette e videocamere di perdersi nella favolosa Città delle arti e delle scienze, il complesso architettonico partorito dal genio universale di Santiago Calatrava. L'Hemisfèric, El Palau de les Arts Reina Sofía, L'Umbracle, il Museo delle scienze Principe Felipe, il Parco oceanografico di Valencia ed Il Ponte de l'Assut de l'Or, le strutture che compongono questo angolo di futuro catapultato nella quotidianità. Un luogo surreale, dove tempo e suoni sembrano inesorabilmente fermarsi. Quella che non si ferma invece è la tradizionale movida notturna, innaffiata dalla diffusissima Aqua de Valencia e colorata dalla moltitudine di locali che restano aperti fino a tarda notte.
Valencia e i suoi mille volti, Valencia e la sua voglia di futuro che non rinnega le tradizioni.

 
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