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Per questo ultimo numero di Turbo Arte prima della pausa estiva avrei voluto seguire come sempre la linea editoriale che i nostri capo redattori insieme ai colleghi responsabili delle rubriche hanno scelto (oltretutto tema bellissimo e importante soprattutto ai giorni d'oggi). Purtroppo per problemi di lavoro e a causa del tempo che scorre inesorabile senza pieta' non ho trovato il tempo necessario per approfondire l'argomento facendo delle ricerche (mea culpa, non sono stata in grado di organizzarmi bene pero` vi assicuro che di impegni ne ho avuti tanti veramente). Percio` ho pensato che per essere presente su questo numero e salutarvi come si deve raccontero` cosa sia per me il cinema. Io “nel cinema ci sono nata”. Ho un babbo attore che mi ha fatto conoscere questo mondo quando avevo appena un anno. Grazie a lui ho respirato l'aria dei set cinematografici, il frenesio di tutte quelle persone che corrono avanti e indietro per rendere “lo spettacolo” piu verosimile. Il cinema e' un insieme di abiti scelti con cura e attenzione, e' i fasci dei proiettori che si incontrano, luci artificiali e location meravigliose. E' fatto di volti. Volti veri che per lavoro devono fingere nel modo migliore che possono. E` fatto di emozioni e sensazioni. Di macchine da presa che percorrono lunghe rotaie oppure steadycam, pronte a cogliere l'espressione di chi recita. Per me il cinema e' come un narratore di fiabe. Racconta storie. Storie che ognuno di noi vorrebbe vivere, e questi sono i casi in cui ti regala un sogno. M anche storie di verita` tremende, ed ecco allora che il cinema ci obbliga a prendere coscienza di quello che accade intorno a noi nel mondo. Il cinema e' fantascienza, immaginare come possono essere i mondi lontani dal nostro, immaginare come sono coloro che li abitano. Il cinema ci racconta del cielo, della terra. E' quello che vorremmo essere, e' quello che siamo, e' quello dai cui a volte fuggiamo. Ci regala emozioni vere, ci rende partecipe di vite non nostre senza la possibilita` di interferire, perche noi a queste storie possiamo solo assistere silenziosi come spettatori e poi riflettere. Non possiamo ribattere, possiamo solo pensare. E allora ecco che il cinema diventa introspezione. Il cinema e' creazione per chi “lo fa” e per chi vi assiste. A chi non e' capitato di uscire da una sala cinematografica e fermarsi a pensare a cosa ci ha voluto dire quel finale, a come possiamo interpretarlo, a come sarebbe stato per noi e ci sarebbe piaciuto vederlo finire. Un film quando e' ben fatto ti proietta al di la dello schermo. E allora vuoi parlare con i personaggi, cerchi di dar loro consigli, finche` non va a finire che ti ci affezioni. Il cinema e' sempre e per tutti, mondo dove rifugiarsi per sognare. Si dice che la vita non sia un film, eppure i film ci raccontano della vita. Ognuno di noi ha un ruolo, ognuno di noi interpreta una parte, e anche se davanti a noi non vediamo nessun obbiettivo, non dimentichiamoci mai che siamo continuamente osservati, e anche noi suscitiamo negli altri emozioni contrastanti, anche noi abbiamo dei ruoli nella vita che spesso finiscono per lasciare il posto ad altri. Per me il cinema non e' altro che lo specchio di quello che siamo e delle proiezioni della nostra mente, della nostra immaginazione e della nostra voglia di sognare. Che ne sia uscito fuori un articolo noioso? Mi auguro di no, dal silenzio della mia stanza mi sentivo di condividere queste osservazioni con voi, perche` trovo sia bello anche parlare di quello che il cinema ci fa provare e non parlarne soltanto a livello tecnico. Con questo vi saluto, se vi capita di poter avere la fortuna di assistere a proiezioni all'aperto sotto i cieli d'estate non perdete l'occasione, e' un'esperienza bellissma. Auguro a tutti voi buone vacanze, meritate, e a presto!
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