Nouvelle Vague   musica - di Giorgia Mastroianni  
 
 
 
Istruzioni per l’uso: per creare un progetto musicale originale, legato al passato ma totalmente nuovo e in continuo movimento che riscuota un successo incredibile in giro per il mondo, bisogna innanzitutto chiamarsi Marc Collin e Olivier Libaux. Questi due coraggiosi produttori e arrangiatori francesi hanno scelto di “riciclare” alcune canzoni dell’epoca punk-new wave degli anni ottanta riarrangiandole con uno stile bossanova alquanto particolare. Tra i gruppi che hanno scelto di “reinventare” ci sono The Clash, Joy Division, Depeche Mode, Dead Kennedys, New Order, The Undertones e gli Xtc.
Ma partiamo dalle origini: il progetto è nato come un divertimento, Colin e Libaux hanno inziato a registrare le loro “bizzare versioni” di alcuni brani come “Making Plans for Nigel” dei XTC , “The Killing Moon” degli Echo & the Bunnymen. In un intervista Olivier Libaux afferma “ Ciò che facciamo è scegliere un brano che secondo noi corrisponda al modo Nouvelle Vague di fare cover, ovvero quelle canzoni che sono in grado di adattarsi al nostro modo di registrare e di concepire la musica”. Ma trattandosi di cover, all’inizio fu necessario prendere una decisione apparentemente azzardata: quella di non chiedere “il permesso”. Sempre Libaux dice “ Da subito abbiamo capito che per due musicisti sconosciuti di Parigi ci sarebbero voluti secoli per ottenere dei permessi, così abbiamo deciso di registrare il brano e lasciare il 100 per cento dei diritti all’artista originale”.
La coraggiosa idea ha dimostrato di funzionare, e anche molto bene: in poco tempo artisti e musicisti cominciarono a mostrarsi molto interessati a questa nuova ondata musicale. Ian McCulloch, Martin Lee Gore e Barry Adamson sono tra i primi ad iniziare una vera collaborazione con il gruppo , alcune volte, come nel caso di Gore, lavorando per giornate intere attraverso Internet ( poiché l’artista era impegnato a New York nella registrazione dell’album dei Depeche Mode).
Un’altra scelta strategica è stata quella delle voci femminili: cantanti eccezionali ma che non hanno alcuna familiarità con lo stile dei brani scelti. Questa cosiddetta “inconsapevolezza” delle voci si incastra perfettamente nella novità del progetto e dona alle “canzoni-ricreate” un contrasto dal sapore ironico e seducente. Ed è così che l’originalità di Camille Dalmais, l’eleganza di Melanie Pain, la sensualità di Phoebe Killdeer e la presenza scenica di Nedeah Miranda, (senza escludere quel tocco chic di Helena Noguerra o di Mareva Galantier) hanno letteralmente conquistato il pubblico internazionale . L’interpretazione delle cantanti risulta infatti essere fondamentale come afferma lo stesso Libaux: “ Ogni volta la cantante sarà al vertice della registrazione, e toccherà a lei farlo funzionare conferendo quell’atmosfera di Nouvelle Vague . Si può dire che io e Marc prepariamo il brano mentre le cantanti lo personalizzano completandolo e perfezionandolo”. Riprende allora vita una canzone che viaggia nel tempo, porta con sé un ritmo bossa nova e cammina in un altro continente cambiando sesso. Si viene a creare così un modo di lavorare multiculturale che abbraccia diversi stili musicali e canori, diverse terre e diverse lingue. La musica non può fare a meno di colorarsi di sonorità ibride e stupefacenti e sempre più cantanti famose decidono di prestare la loro voce a questa nuova onda sonora. Sembra quasi che i Nouvelle Vague abbiano dato una forma musicale alle parole di Saramago “il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: -non c'è altro da vedere-, sapeva che non era vero”. Così le canzoni del passato non vengono dimenticate, indossano una nuova veste dai colori nostalgici e originali: i Nouvelle Vague le hanno tirate fuori da un baule, donando loro nuova linfa vitale e permettendoci così di ricordarle e riviverle.
 

 
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