il Modulor di Le Corbusier
architettura - di Paolo La Farina
 
 
 

La comprensione della teoria e dell'applicazione della sezione aurea e di altri sistemi geometrici in architettura è sempre stato fondamentale nella formazione di un architetto, fin da tempi remoti. LeCorbusier in particolare ha dedicato moltissimo lavoro alla ricerca delle armonie compositive della architettura classica. Il suo lavoro era tanto radicato nelle tradizioni classiche del pensiero europeo quanto influenzato dalla filosofia moderna e dal desiderio di esplorare nuovi territori. La sua opera "Verso una Nuova Architettura" è un'opera d'intenti rivoluzionari, uno dei suoi temi centrali è la necessità di riscoprire la verità perduta, e di far tornare l'architettura alle sue radici storiche, mirate al raggiungimento di armonie compositive e proporzionali. in quest'opera utilizza fotografie e schizzi realizzati durante il suo tour europeo per sottolineare il fatto che molte delle sue idee si fondano nella tradizione classica della Grecia antica e del Rinascimento. Questo significava un rifiuto della falsa estetica della decorazione e un ritorno ai principi fondamentali di architettura, tra proporzione e composizione.
Utilizzando una illustrazione del Campidoglio a Roma, dimostra come l'applicazione razionale di regole e linee conferisce all'edificio la sua armonia e l'ordine essenziale.
Per LeCorbusier, l'utilizzo di sistemi proporzionali non era semplicemente una tecnica astratta per garantire la correttezza estetica o di composizione, ma la manifestazione di verità nascoste. In certi casi, la ricerca ossessiva di queste "verità nascoste" e di una proporzione universale modulare raggiunge aspetti quasi spirituali.
Più tardi nella sua carriera, la Sezione Aurea e la Serie di Fibonacci diventano quasi dei veri e propri soggetti della sua fede personale.
E' stato a Villa Schwob (1916) che LeCorbusier ha applicato questi principi per la prima volta. L'edificio si ispira a Palladio, con un ritmo ABEBA.
Tuttavia, molti ritengono che fu la Villa Stein (1927) che più chiaramente esprime il luogo dell'angolo retto, e che ha portato più direttamente alla sua soluzione finale, il sistema modulare.
Un ulteriore spinta suo sviluppo, è stato il coinvolgimento di LeCorbusier nel movimento purista, durante il ventesimo secolo. I puristi si dedicavano alla ricerca di un'estetica moderna in tutte le aree creative e fu in parte attraverso il suo coinvolgimento con il gruppo che l'approccio di LeCorbusier alla proporzione nella composizione ha avuto lo sviluppo nei termini che conosciamo.
I suoi dipinti di questo periodo danno l'impressione di essere un astratto assemblaggio quasi casuale di oggetti di uso quotidiano, ma come molti dei suoi edifici, sono in realtà il risultato dell'applicazione di regole geometriche e di sistemi proporzionali e compositivi rigorosi.
Nel 1951 la Triennale di Milano organizza il primo meeting internazionale sulle proporzioni divine e nomina LeCorbusier a presiedere il gruppo. In quel periodo, in Europa l'utilizzo di differenti unità di misura, il sistema metrico decimale ed il sistema anglosassone creava una serie di problemi di comunicazione tra architetti, ingegneri e artigiani.
Nella sua costante ricerca di modelli matematici e geometrici universali, LeCorbusier, pur riconoscendo la coerenza razionale del sistema metrico decimale, ne lamenta la perdita di un collegamento con le proporzioni del corpo umano che era stato alla base di pollici e piedi. Propone di sostituirli entrambi. Le Corbusier sviluppò il Modulor tra il 1943 e il 1955 quale alternativa ad entrambi. E' stato progettato con l'intento di coniugare la razionalità delle geometrie ponendole in relazione alle misure umane, in cui è esplicitato il rapporto diretto con la Serie di Fibonacci, con il modello della Sezione Aurea.
E' nella Unité d'Habitation, che Le Corbusier applica pienamente il Modulor.
Le proporzioni dell'Uomo Modulare, di chiara ispirazione all'Uomo Vitruviano di Leonardo, rappresentato nella scultura davanti all'ingresso si ritrovano alla base della progettazione a tutti i livelli: dalla struttura in cemento armato, al layout, dalla composizione degli appartamenti alle piante e ai prospetti. L'edificio rappresenta il sistema Modulor più di ogni altro.
A La Tourette, il Modulor è stato nuovamente rigidamente applicato in tutto l'edificio, ma qui troviamo anche una applicazione più complessa di armonia musicale e ritmo. Questo può essere stato in parte dovuto al coinvolgimento dell'ingegnere greco e compositore nell'ufficio di LeCorbusier, Iannis Xenaxis.
Il Modulor ha rappresentato un ultimo tentativo coraggioso di fornire una regola unificante per tutta l'architettura, ma anche il fallimento ed il limite di un tale approccio. I suoi limiti si manifestarono presto. Lo stesso LeCorbusier abbandonerà il Modulor in una fase più avanzata della sua carriera constatandone la difficile applicabilità sia sulla grande dimensione, e sia nella piccola.

 


Il nome stesso, Modulor, contiene un chiaro riferimento alla sezione aurea: deriva infatti dal francese module (= "modulo") e or (= "oro"). 
Si tratta di una rappresentazione grafica delle proporzioni ricavate dal corpo di un uomo dell'altezza di 183 cm, rapportata alla sua altezza con braccio alzato (226 cm) e a quella dell'ombelico (113 cm), da cui nascono due scale dimensionali (rossa e azzurra) basate sulla Serie di Fibonacci e quindi sul rapporto aureo. Vediamo come.
Una figura umana stilizzata con un braccio steso sopra il capo si trova vicino a due misurazioni verticali, la serie rossa basata sull'altezza del plesso solare (108 cm nella versione originale, 113 cm nella versione rivista) poi divisa in segmenti secondo il numero?, e la serie blu basata sull'intera altezza della figura, doppia rispetto all'altezza del plesso solare (216 cm nella versione originale, 226 cm in quella rivista), e divisa in segmenti allo stesso modo.
Tra la serie rossa e la blu si sviluppa graficamente una spirale.
Le Corbusier ideò il Modulor a partire dall'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, tenendo conto dei lavori di Leon Battista Alberti e di altri tentativi di trovare proporzioni geometriche e matematiche relative al corpo umano; lo scopo era quello di migliorare sia l'estetica che la funzionalità dell'architettura.

 
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