EVASIONE
  politica - di Luisa Laurelli  
 
 
L’immagine della foto scattata al muro che divide in due il territorio della Striscia di Gaza in Palestina, mi sembra assai rappresentativa del tema dell’evasione. Dipinta sul muro è l’immagine di una bambina che vola attaccata ai palloncini e che perciò vuole superare il muro della divisione e della separazione. Lungo il muro cammina una donna in carne ed ossa, velata e chiusa nel suo lungo vestito a ricordarci che in molti casi è impossibile evadere dalla realtà. Ma la donna della foto porta scarpe da ginnastica e una cartella di documenti in mano che me la fa immaginare colta e giovane.
Ho letto una recente intervista di Shimon Peres che, sottolineando la necessità di operare per la pace in Medio Oriente e per la convivenza pacifica tra palestinesi ed israeliani, si è dichiarato convinto che questo obbiettivo si raggiungerà grazie ai giovani delle due parti in conflitto.
Se ne parla poco, ma sono molte le associazioni giovanili di tutto il mondo che, lottando per la pace, organizzano manifestazioni in Terra Santa presenti giovani palestinesi ed israeliani, mescolati a giovani di vari Paesi.
Sono convinta anche io che saranno le nuove generazioni, ancora libere dai condizionamenti, dall’egoismo e dai pregiudizi, a cancellare l’incubo delle guerre e ad aiutarci ad evadere dalle situazioni che mettono a rischio la convivenza e l’affermazione dei diritti fondamentali di ogni essere umano, a prescindere dal luogo di vita.
Credo anche nella forza delle donne da troppo tempo oppresse, svalutate, violentate fisicamente e psicologicamente a causa di pregiudizi e stereotipi da cui aspirano ad evadere in massa.
Per verificare la validità di questa affermazione basta vedere come le donne e i giovani di Paesi diversi, con culture e lingue diverse, posti di fronte a importanti problemi si capiscono, dialogano…costruiscono cose positive.
Temo però l’attuale crisi economica che è la crisi del capitalismo per come si è affermato nel secolo scorso. La temo perché la politica spesso non riesce a condizionare l’economia e a volte viene travolta dalle speculazioni finanziarie e da operazioni del mercato spregiudicate e senza regole. E’ evidente che le crisi, anche quelle economiche, non vengono per caso e accentuano contrasti che possono portare con sé altri disastri o possono aprire fasi storiche del tutto nuove e perciò potenzialmente positive.
Mi piacerebbe vedere rappresentata l’evasione dal capitalismo e dalla crisi economica dei Paesi del “benessere” come volano per il riscatto delle persone e la riduzione degli svantaggi tra i popoli del terzo e del quarto mondo, tra i continenti, le generazioni, le persone di genere diverso.
Temo la mancanza di partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la loro vita personale e collettiva, la negazione da parte dei potenti della funzione innovativa delle nuove generazioni alle quali bisogna fare spazio per garantire il rinnovamento delle classi dirigenti, la sostituzione di sistemi illegali alle regole scritte nelle leggi che fanno da collante per la convivenza civile di intere popolazioni.
Temo comportamenti fondamentalisti e l’abuso delle religioni chiamate a giustificare conflitti violenti e disastri della storia. Nella ricorrenza del decennale dell’11 settembre ognuno di noi ha ripensato alle immagini delle torri gemelle e ai grandi conflitti del nostro tempo.
Non mi piace l’assuefazione, il non indignarsi, l’abitudine a consentire un uso spregiudicato della “COSA PUBBLICA”, le scorciatoie per affermarsi, la prepotenza e la violenza contro chi non ha la forza o la voglia di farsi valere almeno per difendersi.
Evadere per me non vuol dire passività, non è solo liberarsi da un peso o da luoghi e situazioni costrittive e condizionanti. Evadere è essere attivi per aprire dei varchi e riempire dei vuoti con progetti e scelte che ci fanno avanzare perché consentono una libera e piena affermazione di sé. Meglio ancora se da persone libere si opererà con altri per aiutare chi non ha la possibilità di organizzare la propria evasione…per costruire il bene.

 

 


 
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