Evento cinema   cinema - di Simone Zoppi  
 
 
Nel mondo esistono moltissimi festival, Venezia e Toronto rappresentano per i produttori le prime opportunità della stagione per stimare le reazioni del pubblico. Finché non lo vedono i giornalisti (che sono comunque un campione di pubblico) non si può capire che direzione prenderà un film. Una reazione positiva è il primo passo di una campagna per aggiudicarsi un Oscar. Nel mondo dei festival c’è una gerarchia. Cannes è il più prestigioso. Venezia e Berlino sono gli eterni rivali. Oggi il panorama è cambiato e chi aspira all’Oscar deve passare dal Canada a Toronto. Slumdog Millionaire e Il Discorso del Re hanno vinto il premio del pubblico a Toronto, entrambi Britannici, si è pensato che fossero più idonei per una sensibilità non americana che a quei critici spocchiosi di Venezia e Cannes.
Molti sostengono che Toronto sia diventato il festival più importante del mondo dato che in Canada si può chiudere un contratto di distribuzione negli Stati Uniti, che porterebbe alla salvezza per qualsiasi film.
Gli studios di Hollywood sono tradizionalmente diffidenti verso i festival mandano i loro film ma chiedono proiezioni fuori concorso. Un film costato milioni di dollari non può concedersi il lusso di non vincere.
Apriamo una finestra su Venezia, molti film italiani affrontano da diversi anni il tema dell'immigrazione come in “Villaggio di Cartone” di Ermanno Olmi, “Terra Ferma” di Emanuele Crialese, “L' ultimo Terrestre” di Gian Alfonso Pacinotti. Visto come la maggioranza del nostro paese strumentalizza l' immigrazione si è tentati di affermare che è proprio il cinema a salvare l' onore del paese.
Ma il nostro cinema è in salute?
Facciamo un salto nel passato. Cinecittà un tempo era il termometro per misurare il nostro stato di salute. Negli anni ‘50 e ‘60 in Italia si producevano in media 300 film all'anno negli Studios di Cinecittà; oggi meno di 100, e gli altri spazi sono destinati ai programmi televisivi. Oggi il 90% delle pellicole vengono girate fuori dagli studios. A Cinecittà sono stati gitati oltre 3000 film e 47 oscar portati a casa.
I nostri teatri non sono competitivi e il sistema paese sembra aver dichiarato guerra alla cultura un terreno su cui sarebbe saggio investire per far fronte alla crisi.
La crisi è stata ben interpretata da un regista di Seattle che ha lanciato l' idea di festival pensati sul modello dei Couch Surfing, con l' obiettivo di potare il cinema fuori dai luoghi deputati e creare nuove comunità itineranti di cinofili. Basta che siano forniti di un lettore dvd e di un divano s' iscrivono sul sito couchfestivals.com e mettono a disposizione la loro casa per una giornata di proiezioni di cortometraggi. E così, nel 2008 in 15 abitazioni di Seattle è andata in scena la prima edizione del Couch Fest. Ci sono “divani” a disposizione in Argentina, Colombia, Australia, Francia, India e Egitto. Il festival si svolge ovunque lo stesso giorno, il 24 settembre con le stesse modalità. Gli spettatori di tutto il mondo hanno votato il vincitore del divano d' oro 2011 che vale 1.200 dollari.

 


 
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