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Entrare in una libreria ha spesso un effetto vagamente disarmante. Montagne, fiumi, foreste di libri, storie, parole…è impressionante pensare a quanto vaste possano essere le manifestazioni della fantasia umana. Ma i libri, è scontato ricordarlo, non sono tutti uguali. Alcuni sono destinati a sparire dalla circolazione, a essere dimenticati, altri forse dureranno un po’ più a lungo. Da qualcuno verrà tratto un film, e attori prestanti e attrici sensuali allungheranno ancora un po’ la memoria del libro nell’immaginario collettivo. Solo pochi, però sono i racconti talmente incisivi da rimanere impressi per tempo immemore nelle menti dei lettori, arrivando perfino a far parte del linguaggio comune. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: cosa fa di un racconto ben congegnato un mito?
La risposta a questa annosa questione non risulta altrettanto evidente. Basta essere un lettore di medio livello perché capitino sottomano almeno cinque libri l’anno catalogabili come ‘molto buoni’. È però altamente probabile che quelle storie, appassionanti, divertenti, profonde o spaventose, comunque coinvolgenti, verranno dimenticate nel giro di pochi anni. A essere ottimisti. Basta però pronunciare la parola “Dracula” perché salti all’occhio l’immagine del vampiro. Attenzione, non del famigerato Conte Dracula di Bram Stoker, così come descritta dall’autore, ma di un vampiro generico. Il nome del noto personaggio è quindi diventato sinonimo di una figura immaginaria ben più antica della sua creazione. Di questi tempi, in cui innominabili romanzi dallo zuccheroso contenuto hanno riportato in auge la fantomatica figura dei principi notturni, digitando su un motore di ricerca la parola ‘vampiro’ può saltar fuori di tutto. Con un po’ di impegno, anche un non appassionato di letteratura fantastica dai toni gotici scoprirà che cenni di demoni immortali sono rinvenibili in leggende davvero molto lontane nel tempo. I mostruosi esseri della mitologia greca e affini sono antenati di questi pallidi, emaciati predatori. E allora perché la parola “Dracula” è quella che meglio individua questa figura? Altri due esempi illustri: Merlino, nome proprio divenuto comune sinonimo di “mago”(nonostante i numerosi tentativi del comunque arcinoto signor Harry Potter di scalzare il predecessore) e Sherlock Holmes, titolo di cui si fregiano investigatori di gran lunga meno dotati dell’eroe di Conan Doyle. E ancora, quale ragazzina non è mai stata definita una ‘piccola donna’? quanti lunatici non si sono mai sentiti accusare di essere un ‘Dottor Jekyll/ Mr.Hyde’? Nonostante l’innegabile qualità artistica di queste opere letterarie, l’ascesa al rango di miti non è del tutto attribuibile agli autori. Gioca un ruolo importante nella nascita di una leggenda il recepimento da parte della società. Non è azzardato dichiarare che il successo di un libro si basa soprattutto sul passaparola, specialmente in epoche ancora povere di grandi abilità mediatiche. La fortuna di una storia, parafrasando Shakespeare, si affida soprattutto all’orecchio di chi l’ascolta, non alla penna di chi la scrive. Lettori di periodi passati hanno amato questi personaggi, al punto da trasmetterceli in un’impagabile eredità. Così, siamo oggi assuefatti alla presenza di questi celebri signori, così come lo siamo di re, regine e politici realmente esistiti. Gli aspiranti scrittori ringrazino non solo gli autori del passato, che si sono fatti capostipite di generi letterari, ma anche le masse di ignoti lettori che hanno reso questi generi immortali.
Ogni ragazzina dagli occhi sognanti e ragazzino in cerca di avventure non avrebbe i suoi moderni eroi se i loro coetanei ormai lontani non avessero amato i predecessori. Vero è che, se il ruolo di mito è ormai occupato in modo così radicato da personaggi passati, difficilmente un autore può oggi sperare di creare qualcosa di assolutamente nuovo e rivoluzionario. È anche vero però che gli autori odierni possono contare su una copertura mediatica tanto ampia da essere avvantaggiati, quanto a notorietà, rispetto ai loro defunti colleghi.
In conclusione, come si crea un mito? Se ci fosse una ricetta miracolosa, di certo non la rivelerei! Il consiglio è comunque puntare sulla novità, sui gusti sociali e sulla fortuna. Ebbene si, sempre lei. Uno scrittore senza fortuna difficilmente andrà lontano, e probabilmente capolavori che il mondo avrebbe osannato sono rinchiusi nel cassetto di qualche ignoto sognatore. Peccato. |
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