Lo stato dell'arte:
ovvero è ora di fare punto e a capo
  politica - di Luisa Laurelli  
 
 
Si dice che nei periodi di forte crisi di un Paese, ci si salva solo se si torna alle origini, se si riscoprono le radici e i valori comuni. E’ quello che in questo periodo si vede fare da qualche illustre rappresentante delle Istituzioni italiane rivolgendosi alla politica mai così in crisi e mai così incerta e turbolenta. Per dire che con l’attuale governo Berlusconi non si va da nessuna parte e che sarebbe necessario per il futuro dell’Italia un governo più forte allargato anche ad altre forze politiche, il Presidente Napolitano ha rispolverato il governo Pella (chi se lo ricordava?), citato come governo di emergenza dei momenti critici del nostro dopoguerra.
E’ paradossale che oggi per far fronte alla grave crisi economica che stiamo attraversando a livello europeo ed internazionale, si senta il bisogno di richiamare alla memoria periodi critici che la classe politica italiana ha saputo affrontare con determinazione, coraggio e coesione. Tutti erano guidati dall’interesse prevalente che era quello del Paese mentre il governo attuale è fisso sull’obiettivo di evitare al Premier il giudizio dei tribunali che lo accusano di vicende private e pubbliche aggravate ulteriormente dalla funzione istituzionale che egli riveste.
Cito tutte di seguito e senza commento altre importanti prese di posizione: il declassamento dell’Italia da parte di tre importanti Agenzie di rating, la chiesa cattolica direttamente per bocca del Papa e della CEI, la Confindustria con gli innumerevoli richiami della Marcegaglia, le proteste della Camusso per conto della CGIL, CISL e UIL quando anche se timidamente e saltuariamente, richiamano il governo a scelte diverse e più efficaci, il Presidente della banca d’Italia Draghi quando torna a lanciare l’allarme per politiche economiche che cancellano il futuro dei giovani (tagli alla scuola, alla ricerca, zero investimenti), la clamorosa protesta dei costruttori rivolta contro il ministro Matteoli, le proteste di piazza degli studenti, dei lavoratori, dei movimenti, preoccupati per il bavaglio imposto alla stampa e per la reazionaria politica cancella diritti del centro destra nostrano.
Come risponde il governo e la sua maggioranza di centro destra? Compra il voto dei parlamentari quando i voti sono insufficienti e impone manovre economiche non condivise a botta di voti di fiducia. L’attuale legislatura passerà alla storia per la più scarsa produzione di leggi di interesse generale e per un esagerato numero di leggi ad personam utili solo a sostenere il Premier e a contrastare i suoi guai con la giustizia. E’ sempre più raro vedere un autonomo esercizio del voto in Parlamento visto che il futuro di ogni parlamentare è legato alla possibilità o meno (se si è servi) di essere ricandidati nella prossima legislatura.
Da molte parti si è osservato che in Spagna il solo annuncio della non ricandidatura di Zapatero (fatto da lui stesso), ha ridotto notevolmente il tasso di sfiducia del sistema finanziario internazionale verso quel Paese. Sono stati fatti dei calcoli che dicono che se Berlusconi facesse lo stesso in Italia, lo spread cioè il differenziale molto alto che c’è da qualche mese tra i titoli italiani e quelli tedeschi, scenderebbe di ben 100 punti.
Evidentemente non bastano le manovre adottate recentemente dal governo per rassicurare i mercati, ma servono atti che restituiscano dignità alla classe politica del nostro Paese e, a mio parere, anche passi indietro di chi ci ha portato alla attuale situazione di sfascio. Sia nella maggioranza che nelle opposizioni.
Una classe dirigente seria di fronte alla catastrofe nella quale stiamo precipitando, ha il dovere di analizzare la situazione facendo un’operazione di verità, di unirsi attorno ad obiettivi di risanamento del deficit e di progetti di sviluppo, decisi e condivisi da tutti. Possibilmente anche dagli italiani che hanno il diritto di partecipare per non essere solo quelli ai quali si chiedono sacrifici in cambio di niente.
Siamo diventati invece un Paese messo alla berlina a livello internazionale che ha in testa la creazione del partito FORZA GNOCCA, che ha messo in seria difficoltà la vita di milioni di italiani e ha letteralmente “divorato” il futuro dei nostri giovani.

 

 






 
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