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Come sta il teatro?
Il Teatro è in Stand By.
Funziona per carità, la luce è accesa, le operazioni vanno avanti “intestine” ma in superficie tutto sembra spento. Non c’è niente che faccia fermare l’attenzione della gente tanto da creare un caso mediatico. Non c’è nessuna finale di Champions League, nessuna mostra di Caravaggio, nessun ultimo film di Tarantino, tanto meno una Lady Gaga della situazione. Il teatro va avanti per inerzia, orfana di un De Filippo e di una Rock Opera come Jesus Christ. “Il mistero buffo” di Fo è di Dario Fo, per quanto ormai lo replichi chiunque all’infinito, e di nuovi “Misteri Buffi” il panorama teatrale sembra oramai scarico. Però non è morto sia chiaro:
I teatri sono pieni di compagnie professionistiche, semiprofessionistiche ed amatoriali, i corsi di teatro pullulano di allievi manco fossero scuole calcio …
No, decisamente il teatro non è morto, è in Stand By, semplicemente!
Si vive di produzioni a grande impatto visivo, musical da biglietto, tanto in Italia (“La bella e la Bestia”, “Pinocchio”, “Robin Hood”) quanto all’estero (“Spiderman”, con le musiche degli U2). Si riprendono grandi spettacoli del passato come “Rugantino” ed “Aggiungi un posto a tavola”, e si producono spettacolari carrozzoni, sostenuti e finanziati dalla presenza dal personaggio di turno come Proietti, Brignano, Fiorello.
Ma non Shakespeare, non Ionescu, non Fedot, De Filippo o Fo, sembrano condividere con noi l’esperienza artistica di questi anni. Quanto durerà questa stasi ? E di che è la responsabilità ?
Forse della Tv che ha cambiato il linguaggio di fruizione da parte dello spettatore e degli artisti che hanno reso il teatro una linea netta di demarcazione tra chi fa arte autoreferenziale e chi sposa esclusivamente la causa del divertimento\intrattenimento, senza badare all’evoluzione naturale del teatro pre –Tv.
Ma questa fase di Stand – By non durerà per sempre ed il teatro non morirà di certo. Il teatro è vivo e presente in ognuno di noi fin dal momento in cui nasciamo, fin dal desiderio irrinunciabile, dettato dalla memoria, di voler raccontare le nostre esperienze. Per questo il teatro saprà aspettare in sordina la sua rinascita, vedrà la televisione continuare la sua lenta debacle a discapito di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione, pareggerà i conti con il cinema e fino che, forse, tornerà ad essere insieme all’opera la prima forma di espressione ed aggregazione della gente. Solo allora il teatro uscirà da questo Stand – By e riprenderà a funzionare a pieno regime, fino ad avere nuovi grandissimi interpreti che torneranno a focalizzare l’attenzione in quel “non - spazio magico” che è la scena teatrale, a differenza di oggi, dove tutto sembra far parte di una schema già scritto.
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