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“L'uomo che ha inventato il futuro”
Si, lo è. No, non lo è. Queste le risposte ad un quesito che negli ultimi anni si pone chiunque si avvicini alla mela più famosa del mondo, anche solo come compratore di un suo prodotto. Il quesito: “Steve Jobs è l'uomo del futuro?”. A parte le risposte più “popolari” e i ritratti fantastici offertici dalle grandi comunicazioni, è possibile avvicinarci davvero a questa figura grazie alle biografie offerte dai suoi collaboratori. Una in particolare è quella scritta da Jay Elliot e William L. Simon, anche se con una partecipazione secondaria di quest'ultimo. Prima di tutto: perché fidarci dell'opinione di Elliot? Nessuno ci assicura che anche lui non abbia arricchito il suo racconto con elementi non veritieri, ma certamente è la voce più affidabile nel concerto che si è ultimamente dedicato al “Re della mela”.
Ex vicepresidente esecutivo della Apple nonché assistente personale e amico di Jobs, Elliot esplicita un concetto apparentemente banale,ma ormai confuso nella dilagante pazzia per il più antico frutto dell'amore, dai tempi di Paride ed Elena. Steve non fu né un alieno,né un uomo venuto dal futuro: soltanto “l'uomo che ha inventato il futuro”. Si, una cosa da niente. Chiarito ciò, l'autore in questione opera un'analisi dettagliatissima, acuta e incredibilmente ammirata del lavoro svolto da Jobs. Le parole d'ordine dell'azienda, una volta che questi ne prese le redini, divennero semplicità, dettagli, entusiasmo. Un'eccezionale coacervo unito ad un altro elemento essenziale: il lavoro di squadra.
Questa è l'origine di tutta quella serie di prodotti sorprendenti dal punto di vista tecnico, con infinite funzioni e capacità di soddisfare chi li utilizza, rispecchiando l'idea di “contenuto sovrano” del creatore. Chi non ha almeno un 'Ipod oggi, se non un Iphone o un Ipad? Nomi che, se qualche anno fa suonavano strani,quasi assurdi,oggi sono divenuti parte integrante di un vocabolario che ha spezzato le barriere delle lingue nazionali e ha conquistato il mondo. Esatto: Jobs ha conquistato il mondo. Alle origini della sua carriera ha realizzato l'interfaccia grafica dei primi computer, permettendo all'utente di dare i suoi comandi attraverso un piccolo click di mouse, invece che con la tastiera. È così che Apple ha iniziato la sua corsa verso il XXI secolo, arrivando al traguardo prima di Windows e di Bill Gates. Al di là della schiacciante vittoria, lo dicono le statistiche di vendita, Jobs ha vinto su tutti i fronti grazie all'ennesima brillante intuizione: rendere i suoi prodotti cool. Forme invitanti, imbattuta praticità fanno anche del minimo oggetto marchiato Apple il migliore sul campo per eleganza del design.
lnsomma,ciò detto,Steven Jobs sembrerebbe davvero la mente più brillante mai esistita nell'universo dell'elettronica,dal ritratto di Elliot e dal successo delle sue creazioni. Un uomo che “non conosce la parola NO ed è sordo a frasi del tipo: <<Non possiamo>> o <<Non hai il permesso>>”. Un uomo dalla “forza visionaria che fa spavento”. Un uomo che ha basato il suo lavoro sull'intuizione e su un rapporto quasi simbiotico con il cliente: “il cliente è come me, io sono il cliente”. Tratti che hanno fatto di lui un nuovo Aristotele, ed ogni suo pensiero è dogma in un vero e proprio rinnovato “IPSE DIXIT”. In conclusione, un grande inventore, imprenditore, genio: ma pur sempre un uomo. Uno come tanti, pieno di speranze, sogni e convinzioni. Probabilmente, ciò che più di tutto fa di lui una leggenda è stata la sua capacità di trasformarli in realtà. |
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