"Diversamente giovane"
intervista a Giovanna Cau
  politica - di Luisa Laurelli  
 
 

Ci è capitata la fortuna di poter intervistare l’avvocato Giovanna Cau il giorno dopo le dimissioni di Berlusconi e non abbiamo resistito all’idea di parlare con lei di politica. Ho conosciuto Giovanna sui banchi del Consiglio comunale di Roma dove lei arrivò come consigliera nel 2001, convinta a candidarsi con la Lista civica di Veltroni.
E’ stata la consigliera più puntuale e più presente, ha portato il suo contributo all’amministrazione della città in particolare nelle materie della cultura e dei servizi sociali.
Ma Giovanna Cau è molto, molto di più. E’ avvocato da decine e decine di anni, lavora con il mondo della cultura, del cinema, della letteratura. E’ esperta di diritti d’autore e ha partecipato ai momenti più grandi della vita italiana, dalla liberazione dal fascismo (stava all’angolo di via Sistina quando scoppiarono le bombe di via Rasella, con i volantini in borsa, a guardare da incosciente le scarpette eleganti nelle vetrine), alla battaglia per il voto alle donne, alle lotte per il riconoscimento dei diritti d’autore, alla rivoluzione femminile per la conquista delle leggi sul divorzio e dell’aborto. E’ molto attiva nel settore delle politiche sociali dove si occupa costantemente dell’Associazione per le persone con sindrome di down.
Non manca mai di partecipare alle battaglie più importanti per il riscatto delle persone più deboli e per rendere migliore il nostro Paese. Ci piacerebbe molto la sua nomina a senatore a vita. Sarebbe bello.

Vorrei commentare con te, nel giorno che segue alle dimissioni di Berlusconi, gli umori del popolo italiano, i sentimenti e le paure che lo attraversano per un futuro che si presenta assai incerto. Cosa ne pensi?
Questo è un giorno grandissimo perché finalmente è caduto un regime che ha portato all’Italia guasti inenarrabili, non solo sotto il profilo economico ma sotto un altro profilo che è il più difficile per ricostruire l’etica e la responsabilità: due elementi andati assolutamente perduti. Aggiungo che è il tempo doveroso per i nostri governanti, di un dignitoso riserbo. Abbiamo avuto un buffone che si è comportato male, facendo perdere all’Italia per la prima volta quella credibilità che ha sempre avuto nel mondo, come Paese bellissimo, con una popolazione simpatica, accogliente ed operosa.

Cosa pensi possa succedere nelle prossime ore nella formazione del nuovo governo?
Spero che Monti riesca a fare le nomine del nuovo governo rapidamente. Servono grandi tecnici che siano anche esperti di politica, che conoscano a fondo la situazione del Paese. I nomi che ha fatto sono molto importanti, si dice che forse sono un po’ troppo “bocconiani”...io dico di no. Voglio fare un esempio. A me che faccio l’avvocato e ne ho viste di cotte e di crude nel settore, l’idea di avere a capo del Ministero della giustizia il prof. Mirabelli o un costituzionalista, sembra sia una cosa molto importante.

Cosa pensi dei partiti che spingono per le elezioni anticipate subito o che per calcolo elettorale si posizioneranno all’opposizione del governo Monti o del governo tecnico che speriamo nascerà?
Penso che non hanno capito la gravità della situazione italiana e siccome in Italia si discute senza remore e senza regole, invocano le elezioni subito. Mi sembra una roba da pazzi fare adesso una campagna elettorale perdendo tempo e accusandosi di tutto e di più. Perciò sono assolutamente contraria all’ipotesi di voto anticipato.

Cosa pensi del ruolo del Presidente della Repubblica Napolitano in questo periodo drammatico per l’Italia, sia dal punto di vista economico che politico?
Trovo che Napolitano sia un grande, grandissimo Presidente. In Italia abbiamo avuto tanti bravi Presidenti della Repubblica, ma lui è veramente grande…mi viene da sorridere a pensare che un ex comunista come lui riesce a battere Berlusconi, è una cosa che mi diverte veramente. Purtroppo sono costretta a non frequentare tanto le piazze, ma ieri sera sarei corsa anch’io a piazza del Quirinale e vi avrei passato tutta la notte. Napolitano merita questo riconoscimento.
Dissento da alcune voci di sinistra a cui non è piaciuta tanto la folla in piazza del Quirinale all’atto delle dimissioni. Cosa dovevamo fare mentre Berlusconi cadeva? Stare zitti tutti composti nelle nostre case? Purtroppo è un vizio della sinistra essere troppo critica. E’ stata una giusta manifestazione spontanea e un grido di liberazione.

Cosa consiglieresti al nuovo governo che dovrà fare con urgenza politiche di rigore per ridurre il grave deficit pubblico, che è il terzo del pianeta, e per riavviare lo sviluppo?
Prima di tutto di mettere una tassa sulle ricchezze, definiamola patrimoniale o tassa di solidarietà, tipo quella che ci fu imposta per l’ingresso nell’euro. Chi ha molte possibilità in questo momento deve dare di più, per il bene del Paese. Io per esempio ho una casa di proprietà pagata con il mio lavoro per la quale potrei pagare l’ICI, non certo come le mie segretarie che hanno una situazione economica molto diversa.
Come fece il governo Prodi, vanno imposte tasse differenziate a seconda della condizione economica di ciascuno. Si parla anche di liberalizzazione delle tariffe minime degli avvocati, ma questo c’è già da tempo e funziona bene quando un avvocato gestisce rapporti corretti con il cliente. Non mi sembra questo il modo per aiutare l’Italia, bisogna andare avanti con cose più serie.

Il passaggio del Governo tecnico prima delle elezioni, non sarà un rischio di perdita di consensi di elettori che potrebbero “punire” i partiti che hanno dato il sostegno ad un governo che farà “lacrime e sangue”? Non c’è il rischio di rimettere in pista, dopo i grandi sacrifici che ci aspettano, un governo di destra con il voto di cittadini che come è noto, troppo spesso dimenticano fatti e responsabilità?
Io non credo, però molto dipenderà dai dirigenti del centro sinistra e del PD. Essi devono essere capaci di far capire alla popolazione, ai propri iscritti, con parole chiare, concise e convincenti, che questi sacrifici sono necessari ed indispensabili, per il bene collettivo, per il futuro del nostro Paese e dell’Europa.
D’altra parte alle elezioni non si poteva andare. Poi il centro sinistra le avrebbe vinte le elezioni? Non lo so. Abbiamo una legge elettorale pazzesca e tante riforme da fare. Penso perciò che i nostri dirigenti si debbano far sentire più spesso e molto più chiaramente.

Si discute in queste ore sull’interpretazione da dare alle dimissioni di Berlusconi. Se ne va cacciato dal mercato, dalla BCE, dai governi francese e tedesco, oppure le dimissioni sono la presa d’atto dello sgretolamento del centro destra sotto i colpi della protesta degli italiani?
Per me è vera la seconda ipotesi. Con lo sgretolamento del centro destra Berlusconi non si è sentito più sicuro, ha capito che neanche la campagna acquisti a botte di soldi poteva dare più risultati. E’ questo che l’ha determinato a dimettersi prendendo atto di non avere più la maggioranza.
L’Europa ha dato le sue prescrizioni all’Italia ma a lui questo non è importato proprio, si è presentato con un compitino che non dice niente. Tanto è vero che sono stati costretti a mandare i tecnici europei che stanno facendo tanti controlli. Ha detto che si poteva anche uscire dall’euro come ultimo suo atto di degenerazione.

Ai giovani che leggono TURBOARTE che messaggio vuoi dare perché, a cominciare da oggi, si impegnino a cambiare pagina in una Italia che per ora si è liberata da Berlusconi ma che soffre di un berlusconismo devastante? Cosa possono fare alla luce della tua ricca esperienza?
A questo punto debbo dichiarare la mia età. Io ho 88 anni e mezzo, continuo ancora a lavorare nel mio studio di avvocati associati che rappresenta per me una opportunità perché l’associazione tra persone che fanno la stessa professione, mi permette ancora oggi di lavorare.
Dico ai giovani che io sono stata più fortunata di loro, sono uscita dalla guerra, mi sono laureata a giugno del ’44 durante la liberazione a S. Ivo alla Sapienza con l’Università bombardata. Sono stata impiegata, ho fatto l’esame da procuratore, allora era più facile trovare lavoro. Adesso i giovani hanno molte più difficoltà. Forse sono stati più accuditi dalle famiglie, mentre noi nella povertà di allora non ci aspettavamo questo aiuto perché non c’era tanto tempo da dedicare ai figli.
Oggi il lavoro non c’è, è difficile organizzarsi e ci sono molte incognite: l’orizzonte è nero. Tanto è vero che noi vecchi soffriamo perché siamo diventati una sorta di ammortizzatore sociale per i giovani che vivono di più nelle nostre case, assistiti da noi. Io vi auguro di trovare una soluzione, ma sarà molto, molto difficile. Cercate di lottare e spero che la fine del berlusconismo cambi qualche cosa.

“DIVERSAMENTE GIOVANE” è il titolo del film documentario che è stato fatto su di te, presentato alla festa del cinema di Roma. Attraverso la storia della tua vita, si vede la storia del cinema italiano, di cui tu sei un pilastro. Dal film viene fuori una grande nostalgia per un passato segnato da grandi personalità (Mastroianni, Fellini, Ponti..) ma anche da tanto coraggio. Cosa si dovrà fare per restituire un ruolo primario nella politica italiana, per il settore della cultura?
Nel film ci sono diverse lacune anzitutto perché il mio studio di avvocato si è occupato di tutto il settore della cultura, non solo del cinema. Non sono stati citati i “4 cavalieri dell’apocalisse” come io chiamavo Moravia, Ghinzburg, Calvino e Pratolini, che riempivano il mio studio non tanto con il loro sapere, quanto con i loro comportamenti. Il film fa diventare il cinema l’unico interesse. Anzi! Vedo una corsa verso il cinema e il mondo dello spettacolo ma ai giovani dico di stare cauti, perché se emergi va bene, ma se non riesci il mondo del cinema ti può anche far uscire di senno. Anche la televisione ha invaso le case con spettacoli pomeridiani, che fanno impressione per la bassezza dei loro contenuti.
E’ ovvio che una politica rinnovata deve rimettere al centro la promozione di tutto il settore della cultura anche per l’impulso che questa può dare allo sviluppo del nostro Paese.

 

 
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